Se le pareti dei macelli fossero di vetro, tutti sarebbero vegetariani...

venerdì 16 marzo 2012

LA GALLINA E IL SUO UOVO (dal sito dei Vegani del gruppo EssereAnimali.org)


 

Troppo spesso nel pensiero comune dietro al consumo di uova non vi è alcuno sfruttamento. Nell’ignoranza generale le galline producono naturalmente uova e le offrono spontaneamente all’uomo, affinché esso se ne cibi. Tutto ciò è falso: le galline selezionate per produrre uova sono condannate ad un’esistenza che da ancor prima della loro nascita è sofferenza e privazione.

Le galline sono stupende creature che se libere di seguire i propri istinti hanno una vita ricca alla ricerca del proprio stare bene: creare gruppi di vita organizzati secondo regole sociali, cercare il cibo razzolando, o un rifugio quando si sentono minacciate dall’ambiente circostante, deporre e covare le proprie uova nel nido. 
Hanno un forte bisogno di distendere le ali, hanno una buona cura delle loro penne e fanno regolari bagni di terra. Le  uova sono deposte se fecondate non per venir sottratte dall’uomo ma per essere covate e divenire pulcini (mentre se non sono fecondate servono ai pennuti come riserva di cibo).


Solo in Italia sono oltre 50 milioni le galline cosiddette “ovaiole”, con una produzione di 12 miliardi di uova all’anno. Fino a 300 uova rubate ad un’unica gallina ogni anno. Per soddisfare questi numeri i metodi di allevamento puntano ad ottenere al minor costo il maggior profitto: il 90 % delle galline viene infatti allevato in gabbie.



Fila di gabbie sovrapposte_emilia romagna_gennaio 012


Allevamento in gabbia  Negli allevamenti intensivi le galline vivono in condizioni terribili: stipate in gabbie talmente piccole da non riuscire neppure ad aprire le ali, che finiranno così per atrofizzarsi. Le zampe crescono deformi a causa della griglia metallica di cui sono fatte le gabbie. Questa condizione di affollamento e sofferenza porta gli animali a comportamenti innaturali causati dallo stress primi tra tutti il cannibalismo e l’aggressività verso i propri simili. Per limitare le ferite causate da questi atteggiamenti ai pulcini viene mozzato il becco bruciandolo o strappandone via una parte.

Le gabbie, che rinchiudono fino a 6 individui,  riempiono enormi capanni industriali e sono sistemate in lunghe file e sovrapposte fino a 6 piani. In questi luoghi, veri e propri lager, spesso la luce viene tenuta accesa 24 ore al giorno, dettando il ritmo di una produzione incessante e negando alle galline il buio e il riposo.



Galline in gabbie 'arricchite' conformi alla nuova direttiva_emilia romagna_gennaio 012




Allevamenti a terra  Anche in questo tipo di allevamenti le l’obiettivo è ottenere il massimo nel minor spazio possibile e con il minor costo possibile. Per fare ciò le galline vivono in capannoni stipate fino a 18 individui per mq. Questo tipo di allevamento prevede che il capannone sia o completamente vuoto oppure stipato di animali. Questo metodo non permette che il fondo del capanno venga pulito se non quando il ciclo produttivo termina e costringe gli animali a vivere per tutto il periodo del loro sfruttamento camminando, mangiando e dormendo su uno strato sempre crescente di escrementi.


Allevamenti all’aperto o biologici  Le condizioni di vita degli animali allevati all’aperto sono meno stressanti ma la logica dello sfruttamento è la stessa anche negli allevamenti cosiddetti biologici: le galline vengono considerate macchine da produzione. La scelta dell’allevamento all’aperto è da parte dell’allevatore spesso una scelta di mercato per poter vendere ad un maggior prezzo le uova.



Bio-intensivo, tutte le uova biologiche reperibili nei supermercati vengono da questi luoghi_emilia romagna_gennaio 012


2 anni  Questa è la media della vita di una gallina “ ovaiola”, ovvero l’età in cui, a prescindere dal tipo di allevamento in cui è rinchiusa diminuisce la quantità delle uova deposte e per l’allevatore diventa improduttivo mantenere in vita animali da cui non trarre guadagno.Le galline che vivono libere invece possono vivere anche fino ai 9 anni.




I pulcini  Negli allevamenti le galline non possono covare le proprie uova (che non sono neppure fecondate) ed i pulcini nascono dalle incubatrici. Le uova vengono trattate con antibiotici per evitare infezioni. I pulcini maschi non daranno ovviamente uova e non sono adatti a diventare carne per gli umani perché non selezionati per questo scopo, vengono considerati scarti e perciò uccisi immediatamente dopo la schiusa (schiacciati, gassati, tritati) per venir gettati via o diventare mangime per altri animali.




I pulcini femmine vengono preparate ad essere sfruttate: taglio del becco e somministrazione di farmaci per velocizzare la crescita ed aumentare la produttività.

Investigazione all’interno di un Incubatoio_maggio 2009

Fonte:   Mercy For Animals  U.S.A.




L’uccisione  Quando, secondo i ritmi di questo terribile mercato, le galline diventano inutili vengono uccise con metodi brutali: stordite con l’elettricità, sgozzate, immerse in acqua calda. I cadaveri vengono fatti passare attraverso apparecchi che strappano le penne, un altro apparecchio ancora stacca loro la testa, poi le zampe che insieme agli intestini diventeranno mangime per i maiali. Ciò che rimane di questi poveri individui andrà poi, dopo diverse trasformazioni che tenteranno di cancellare tutta la sofferenza e il sangue versato, ad imbandire le tavole di quegli umani che considerano gli animali qualcosa di cui cibarsi.






TRATTO DAL SITO DI ESSEREANIMALI.ORG:  QUI